L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), durante il recente incontro MEPC79 che si è svolto a Londra, ha finalmente designato il Mar Mediterraneo come Area SECA, ovvero “Area di controllo delle Emissioni di zolfo nel Mediterraneo”. Questo decisione è un passo veramente importante verso la strada per avere un’aria più pulita in una delle zone tra le più trafficate del mondo, in cui controllo dell’inquinamento atmosferico e protezione dell’ambiente marino sono di vitale importanza.
Una scelta accolta con grande entusiasmo dalla rete di associazioni europee e italiane che a loro volta sono impegnate nel progetto “Facciamo respirare il Mediterraneo”, il cui obiettivo è quello di un progressivo abbandono dell’olio combustibile pesante (HFO), a favore di un passaggio a carburanti navali più puliti e rispettosi dell’ambiente, con un conseguente miglioramento della qualità dell’aria che respirano ben 150 milioni di persone abitanti nell’area mediterranea.
Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, Associazione che fa parte del progetto “Facciamo respirare il Mediterraneo”, si dice molto soddisfatta di questo successo che arriva dopo sforzi durati anni, un grande passo avanti visto che l’aumento dei requisiti di qualità del carburante non solo serve a ripulire l’aria in modo sostanziale, ma favorisce anche l’efficienza energetica e le misure climatiche nel trasporto marittimo.
Sicuramente un successo importante, ma ancora non sufficiente , visto che per ripulire in modo concreto l’aria nelle città di porto e nelle zone costiere e tutelare l’ambiente marino è essenziale istituire rapidamente anche un’Area a Controllo delle Emissioni di azoto (NECA).
Questo perché solo un’area di controllo che limiti le emissioni sia di zolfo sia di azoto, seguendo l’esempio di quelle già presenti in Nord America e in Europa del Nord, avrebbe la capacità di far migliorare ulteriormente la qualità dell’aria, agevolando l’indispensabile passaggio all’uso di carburanti sintetici rispettosi del clima, derivanti da energie rinnovabili.
Dopo questo passo avanti molte associazioni, tra cui Cittadini per l’Aria hanno scritto una lettera al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per invitarlo ad utilizzare i 500 milioni di finanziamento del PNRR per avviare una vera transizione ecologica dell’industria marittima italiana. Inoltre chiedono ai Governi dei Paesi del bacino del Mediterraneo e a tutte le istituzioni internazionali coinvolte che si proceda del lavoro per la creazione di un’Area NECA.