Utilizzando le comunità microbiche si possono rivitalizzare gli ecosistemi danneggiati

Il Progetto Nymphe, il nuovo progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna e finanziato con circa 5,5 milioni di euro nell’ambito di Horizon Europe, ha lo scopo di creare soluzioni innovative e sostenibili che spingano gli ecosistemi naturali a trasformarsi e rivitalizzarsi tramite diversi tipi di organismi come vermi, piante, molluschi.. Nymphe si avvarrà di nuove tecnologie biologiche avanzate, come la bioreattività delle piante, la biodegradazione delle plastiche e la bioaumentazione di microrganismi benefici per ripristinare l’equilibrio naturale. In questo modo, si spera di fornire soluzioni sostenibili e a lungo termine per proteggere l’ambiente e prevenire i danni causati dall’attività umana. Al progetto parteciperanno 17 partner da 11 Paesi europei.

Giulio Zanaroli, professore al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, che partecipa al progetto insieme al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dice che: «Sfruttando la capacità dei micro e macro-organismi di collaborare tra loroè possibile costruire interventi di biorisanamento su misura per ogni situazione contaminata, anche le più complesse. Queste comunità microbiche sono alla base dei cicli biogeochimici del pianeta e sostengono, di fatto, l’esistenza della vita sulla terra: sono formate da batteri, funghi evirus, tutti organismi invisibili, dotati di incredibile capacità di adattamento e di una stupefacente potenzialità di degradare molecole inquinanti».

Il progetto mira a sviluppare strategie personalizzate per rimuovere almeno il 90% degli inquinanti presenti in aree contaminate in Germania, Italia, Grecia, Slovacchia e Spagna, aumentando il livello di biodiversità. Utilizzando la capacità dei micro e macro-organismi di collaborare tra loro, si possono creare interventi di biorisanamento su misura per qualsiasi situazione contaminata. Queste comunità microbiche sono alla base dei cicli biogeochimici del pianeta e sostengono l’esistenza della vita sulla terra. Il progetto contribuisce al raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050 e al conseguimento di quattro dei diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ovvero vivere in un ambiente sano, raggiungere la qualità dell’acqua, la protezione della vita sott’acqua e sulla terra e la quantità e qualità della produzione alimentare.

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