Ripristinare l’ecosistema naturale con i sementi autoctoni

Il Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi, in corso dal 2021 al 2030, sta generando un grande slancio per il ripristino degli ecosistemi. Tuttavia, le attività di ripristino che non si basano su una conoscenza approfondita del funzionamento degli ecosistemi possono essere inefficaci o addirittura dannose.

Spesso, il ripristino degli habitat prevede la rivegetazione con sementi, ma l’origine di queste sementi può fare la differenza. Il successo del ripristino dipende dalla disponibilità di sementi autoctone che rappresentino la diversità sia delle specie, sia dei genotipi.

Uno studio intitolato “How to increase the supply of native seed to improve restoration success: the US native seed development process”, pubblicato su Restoration Ecology, ha analizzato il processo di sviluppo di materiali vegetali autoctoni negli Stati Uniti.

L’uso di sementi autoctone geneticamente appropriate rappresenta un fattore fondamentale per il successo del ripristino di ecosistemi degradati. Queste sementi sono adatte alle condizioni ambientali e alle relazioni ecologiche del sito di ripristino e hanno maggiori probabilità di stabilirsi, persistere e sostenere comunità resilienti.

Tuttavia, per la rivegetazione spesso si preferiscono sementi più economiche e facilmente accessibili, anche se biologicamente inadatte per il sito specifico di ripristino.

Ciò può portare a un ulteriore degrado dell’ecosistema a causa dell’introduzione di specie invasive o infestanti, una riduzione della biodiversità e un fallimento dell’operazione di rivegetazione.

Avere una fornitura affidabile di semi autoctoni di alta qualità e di origine locale è essenziale per la maggior parte dei progetti di ripristino ecologico degli ecosistemi terrestri, al fine di ottenere risultati positivi.

Per questo motivo, i membri della European Native Seed Producers Association (ENSPA) e le organizzazioni nazionali associate si adoperano per sviluppare il mercato delle sementi autoctone nei Paesi europei, al fine di rendere disponibili sementi autoctone di origine locale per il ripristino ecologico, con la quantità, qualità e diversità richieste.

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